Monday, 3 November 2008

She had so much love to give...

"She had so much love to give... and that, she knew, was good; for that is what redeems us, that is what makes our pain and sorrow bearable - this giving of love to others, this sharing of the heart." -


Alexander McCall Smith, In the Company of Cheerful Ladies










Che cosa fai quando hai paura?

Inevitabili i miei pensieri, le mie preoccupazioni… Londra, again. Ancora una volta. Ancora una volta solo, anche se solo proprio non lo sono… Ma come si fa a placare i pensieri? A chiudere l’ansia in una scatola e gettarla via?


Londra, dal mio punto di vista…

Strana prospettiva. La città “fa molto”. Inteso come luogo che condiziona umore, abitudini, pensieri e scansione del tempo. I luoghi, in generale “fanno molto”. I luoghi che cambiano aspetto hanno un potere ancora maggiore di incidere sulle percezioni. La sensazione è quella di un abbandono a una strana e inedita solitudine.




Non la sento come pesante. Credo di aver bisogno di misurarmi con una serie di silenzi e di pause a cui non sono molto abituato. Non si tratta di riordinare le idee e di arrampicarsi su labirintiche riflessioni per arrivare a chissà quale tipo di conclusioni. Si tratta più semplicemente di impegnare il tempo diversamente da come sono abituato a fare. Meno cenette, meno telefonate, meno “gigs” ( come dicono quelli che ne sanno…) e più palestra, più acqua e meno drinks, più libri e più bicicletta e soprattutto arte.





Sembrano quasi i buoni, nuovi, propositi per l’anno nuovo che verrà...



A me pare che il vero capodanno sia il primo di settembre. O giù di lì…


Sarà che i tanti anni della scuola e dell’università ce li ho ancora piuttosto presenti e che le abitudini sono difficili da modificare, ma io le aspettative le concentro tutte qui. Come si può pensare con lucidità e organizzarsi un anno intero con più alcool nelle vene che sangue e con quel freddo del primo gennaio che ti taglia la pelle e le ossa? Io ci penso in questi giorni ai prossimi mesi. Perchè la vanità della pelle ancora un po’ abbronzata e il ricordo del mare ancora vivo sono un bello stimolo per fare progetti.









Lo dico a te che mi stai leggendo, ma lo ricordo prima di tutto a me stesso, che la paura e l’insicurezza per ciò che ha da venire sono parte integrante e non secondaria di un progetto.
E che il punto di vista dal quale lo si guarda è fondamentale per la sua buona riuscita.


Quando sì è piccoli si è più capaci a parlare di “Sogni”; crescendo si fa più bella figura a parlare di “progetti”. Allora per un istante, proviamo a fare un passo indietro che può significare anche farne due avanti: torniamo a parlare di sogni ma con la promessa di tentare, per lo meno, a spiarli da un punto di osservazione diverso. Non sempre nella direzione della loro realizzazione e completezza ma magari anche nella fase della loro costruzione e nel loro divenire. Bello è scoprire che un Sogno se ha basi solide e convinte, regge bene anche di traverso.



Ci stiamo preoccupando per niente che non possa passare.
Buon Anno, Signore e Signori.


Claudio.




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